Sarebbe un errore pensare che il problema dell’Italia di oggi sia lo scenario
immorale e lascivo emerso; quest’ultimo è solo l’ambiente malsano entro cui si muovono gli italiani, in particolare i personaggi che hanno la pretesa di governare il popolo ponendosi al di sopra delle regole. Il vero problema è la crisi che ristagna, si aggrava e pesa principalmente sulla parte più debole del paese.
La responsabile di tutto è la politica che, sorda e grigia, assorbe e sperpera inaudite ricchezze trascurando le riforme che potrebbero rilanciare il Paese.
La precarietà, signora dominante nel lavoro, distrugge le famiglie e annienta la volontà di crearne nuove. Quello che i politicanti incapaci e spesso scorretti vanno predicando sulle riforme è errato perché quest’ultime o aggravano la realtà o gettono le basi per la divisione del paese oppure spingono le masse lavoratrici, specie giovanile, verso un futuro senza speranza, che sa molto di passato.
L’aumento dell’età pensionabile non ha tolto lavoro ai giovani? Gli straordinari nelle aziende non si traducono in disastro per i giovani? La riduzione dei posti di lavoro nella scuola non ha mandato a casa i giovani? Le mancate nomine dei supplenti non si sono tradotte in più soldi per gli occupati e meno posti per i giovani? Il fondo incentivante, somme non trascurabili, non poteva essere usato per ridurre il numero degli alunni nelle classi e assicurare nello stesso tempo qualche occupato in più? Gli straordinari negli ospedali, che gonfiano i portafogli degli occupati, non si traducono in meno posti per i giovani? E come se non bastasse, un’enorme quantità di corsi ,progetti e progettini che sono utili solo e soltanto agli amici degli amici.
E non vi basta?
Chi da voce e autorizza salottieri mantenuti e raccomandati, talvolta spacciati per esperti (di niente), a definire bamboccioni e nulla facenti, questi giovani emarginati, con titoli di studio spesso superiori a quelli di questi unti del signore e ancora che dire di quei poveri servi del potere che vanno in giro per le strade a far domande per evidenziare l’impreparazione dei giovani, come se loro fossero venuti da un altro mondo.
Operai, ingegneri, avvocati, ricercatori, psicologi e tanti altri si aggirano per l’Italia in cerca di quello che non c’è mentre qualche nanerottolo va in giro etichettandoli come nessun genitore oserebbe fare. Intanto chi dovrebbe preoccuparsi del loro futuro si trastulla in incontri notturni con belle, che poi, a ben pensarci, tanto belle non sono. Ma la cosa peggiore, diciamolo pure, è l’indifferenza di un popolo che invecchia sempre più mentre altri provenienti da altre terre lentamente lo sostituiscono. Non comprende che si sta avviando verso il tramonto.