La vita è bella perché varia, il suo percorso è sempre cosparso di esperienze diverse e sorprendenti.
Nel Campo scolastico queste esperienze sono addirittura sconvolgenti.
I legislatori che si sono cimentati sulla riforma scolastica hanno profuso sforzi enormi per andare oltre la riforma Gentile, ritrovandosi, tuttavia, sempre con un strano “impasto” come Gentile - Berlinguer, nel quale la scuola veniva ridotta ad ammortizzatore sociale, e di recente Gentile - Gelmini dove la scuola è lo strumento per il controllo della spesa.
L’educatore italiano, dileggiato o spesso precario e disoccupato implorante, si trova ad operare in una struttura che si gonfia o si sgonfia a seconda dei governi. L’insegnante, nuovamente in classi numerose, ricorda il venditore di frutta e verdura che si agita e urla per qualche ora cercando di attirare l’attenzione del compratore.
In essa, la Democrazia si è affievolita e le regole sono spesso sostituite da atti unilaterali. I collaboratori, sono ora scelti direttamente dal dirigente e non più eletti dal Collegio Docenti , ridimensionato nella sua funzione, divenendo sempre più organo di ratifica di una programmazione, che in sostanza resta sulla carta e quasi nessuno conosce.
Il tutto è, in verità, dominato da una falsa meritocrazia che sa di politica, tutta soggettiva e per nulla oggettiva , una meritocrazia diciamolo pure fasulla, che solo la genialità italiana può concepire.
Una scuola che perde sempre più la sua funzione educativo – nazionale e si riduce a distributrice di una ristretta concezione regionalistica della conoscenza, trasformandosi, lentamente, in un banale luogo di cultura paesana, condizionata dalla forza politico-economica della popolazione che la ospita, ovviamente, a tutto vantaggio delle aree più ricche e facoltose.
ADRO DOCET!!!.
E, tutto questo perché? per risparmiare soldi e poter continuare a mantenere province, comunità montane e quant’altro si è morbosamente attaccato al corpo della nazione, a mo di sanguisuga e ne succhia senza sosta energia.
In più un flusso enorme di denaro per stravaganti progetti e progettini per lo più privi di qualsiasi ricaduta didattica, ma utilissimi al solito clientelismo e alla semina di discordie e lacerazioni. I docenti più che nella didattica sono sollecitati ad accaparrarsi una fettina di plusvalore miseramente rosicchiato dagli stipendi dei docenti, utile ad alimentare una guerra tra poveri o a trasformare i docenti onesti in operatori disgustati, apatici e indifferenti.
Intanto, i furbi e i manovratori ingrassano.
L’obbiettivo più grande raggiunto dal buon Berlinguer è, quindi, l’ aver introdotto nella scuola la lotta di classe, pensando la stessa come fabbrica di suppellettili e non tempio della conoscenza, mentre il grande Merito della bellissima Gelmini è certamente quello di aver radicalizzata e ampliata questa lotta sino a portarla nelle piazze, trasformando i docenti in tanti proletari in lotta.
Mi auguro che il prossimo riformatore “C’anco tardi a venir non ti sia grave” sia una persona di cultura, esperta, conoscente delle problematiche scolastiche e che non partorisca la solita riformetta, suggerita dal momento. La scuola non è né di destra né di sinistra, essa appartiene alle nuove generazioni e non può stare nelle mani del primo arrivato foss’anche un Adone.
Ne è augurabile che si trasformi in luogo di sfogo di istinti repressi ove gli alunni diventano pedine utili a desideri di rivalsa. Essa è fatta per unire e non ha bisogno di uscite o ingressi separati per dividere i bianchi dai neri , i verdi dai gialli, i bambini di una contrada da quelli di un'altra. Facciamoli crescere e maturare insieme questi nostri ragazzi perché loro non c’entrano con i rancori o le cattiverie dei grandi.