Onorevoli Deputati chiarissimi Senatori della Repubblica. Pongo all’ attenzione delle S.V. quanto segue perché possiate porre fine allo sfruttamento, dal tempo dell’Unità d’Italia, delle popolazioni del
REGNO DELLE DUE SICILIE.
Con un’ opportuna proposta di legge il Parlamento italiano potrà finalmente rendere giustizia a un popolo che ha avuto la sola colpa di credere alle promesse dei nordisti invasori.
Pochi anni dopo la nascita dell’ Italia Nazione oggi Federale, il Sud ha subit
o una continua ricaduta economica a vantaggio del Nord, dovuta alla discriminazione e alla cattiva politica dello stato unitario, vedi strutture produttive del sud soppresse, acciaierie di Taranto, di Bagnoli di S. Leucio, le straordinarie officine di Pietrarsa, etc. Trascuro le organizzazioni delinquenziali su cui oggi emergono notizie d’inquietanti accordi. Per saperne di più:
(http://www.neoborbonici.it/portal/index.php?option=com_content&task=view&id=31&Itemid=69 )
Il decadimento economico del sud, ha costretto tantissimi a emigrare all’estero o al Nord della penisola. Non possiamo pretendere dagli stati stranieri la restituzione del dovuto, ma abbiamo il dovere di chiederlo a chi, dal decadimento del sud, a tratto le sue fortune. Mi riferisco alle regioni del Nord che fecero il gran colpo.
Con opportuni controlli si potrà verificare che allevare un figlio, dalla nascita alla maggiore età, alla famiglia costa in media circa 800 euro al mese che, senza voler considerare che al sud la maggiore età, 18 anni diventa minimo 30, si ottiene 800*12*18=172800 €. Trascuro le spese per studi universitari di molti, di cui il nord ha fatto abbondante uso per acculturare i propri figli, cosa che oggi, irriconoscente, ricorda con minacce di espulsioni e velato disprezzo.
Al compimento del diciottesimo hanno una famiglia del Sud ha quindi investito in media 172800 € per ogni figlio. Questi giovani, non trovando lavoro nel luogo di nascita, cosa che uno stato giusto dovrebbe e avrebbe dovuto assicurare, migrano con gran danno materiale per i genitori ai quali si dovrebbe, a mio avviso, restituire il mal tolto.
Ma non basta. Il giovane emigrante con il suo lavoro contribuisce alla crescita economica del paese ospitante pagando quanto è necessario per una vita normale. Anche questa cosa si traduce in vantaggi per il paese ospitante ma in grosso danno per il luogo di origine. Trascuro l’aspetto umano, come da gelido cinismo nordico, per i bamboccioni che lasciano i propri affetti e mi soffermo sulla macchina che esce dal cantiere che là, amorevolmente prodotta. Questa macchina, va, suo malgrado, a incrementare le ricchezze d’altra gente che spesso ingrata, l’offende e l’ insulta. Ora, morta l’Italia nazione, considerato che ogni Regione gestirà direttamente le proprie risorse, credo sia giusto dare a Cesare ciò che è di Cesare. Si badi a restituire, con legge parlamentare, alle famiglie, se non la parte umana, almeno quella materiale sopra individuata.
Allo stesso modo ritengo necessario restituire, in parte, alle regioni, alle province, ai comuni del Sud il prodotto giornaliero della loro meravigliosa macchina umana, sottrattale dall’odiosa e discriminante politica nazionale. Se così non sarà le vostre, saranno state solo prediche di ciarlatani e il vostro federalismo solidale si tramuterà in un’aberrante divisione in regioni ricche e regioni povere al quale non mi sembra giusto dare credito, meglio ognuno per la sua strada.