Stiamo in questi giorni saldando, sia pure sotto una pioggia di scandali e di farsesche primarie, i nostri obblighi economici con lo Stato. Questi, imposti da una legge infame, ripuliscono definitivamente le nostre tasche. Pur tuttavia lo stiamo facendo in silenzio, con grande senso di responsabilità, perché amiamo questo Paese e vorremmo che continuasse ad esistere con dignità, serietà ed onesta.
Signori miei, L’ICI o IMU che dir si voglia, è una tassa iniqua che tocca il bene più caro degli Italiani, la casa. Per costruirsela, la nostra gente ha girato e servito buona parte delle nazioni del mondo e nel momento in cui realizzava il suo sogno, pagava le sue belle tasse. Ne sono stati pochi, coloro che per anni hanno versato contributi allo stato perché anche i meno fortunati potessero averne una. E non era raro che, politici infami le dessero agli amici degli amici, per quel voto di scambio di cui sapiamo. Pretendere, aggiungo, l’IMU a livelli insopportabili, per appartamenti vuoti o per locali che non si riescono ad affittare è diabolico, fa pensare al pizzo. L’aver lasciato poi, ai politici minori, la facoltà di elevare le aliquote è stato un altro gravissimo errore. Infatti, lor signori, hanno provveduto subito e in modo significativo ad innalzarle. D’altra parte, anch’essi nel loro piccolo hanno i referenti. Ma a pagare di più, diciamolo questo, sono certamente i paesi più poveri, quelli più esposti alla crisi, con meno servizi o che non ne hanno affatto.
Con fermezza chiediamo che la cosa non si ripeta, proprio per quell’amore di cui dicevamo più sopra. Ma per far questo, dobbiamo impegnarci tutti ad isolare ladri, farabutti e mascalzoni, cosa che riconosco non facile, visto che la politica ci ha privati, ancor più della legge “ACERBO”, degli strumenti necessari per la giusta selezione dei parlamentari.
Che pena sentire la TV di stato confrontare il valore della tredicesima di oggi con quella del 1946. Ha dimenticato, il solerte e dotato operatore che sono passati da allora 66 anni e il trattore ha sostituito pala e pico. Mi sembra anche opportuno ricordare ché allora la nostra Italia usciva sconfitta da un conflitto mondiale in ragione del quale venne dai vincitori privata di tutto. Quali giustificazioni possono addurre a loro discolpa i galantuomini di oggi?