Il pianeta del popolo dei Gorgonzoli (Parte terza)
Fu giorno, fu sera e fu mattino quando incominciò a soffiare la tramontana, mentre dagli imbiancati monti scendevano i lupi, per il viale delle glorie perdute, incredulo, sfilava russando un Gorgonsiculo fuggiasco. E di là, dove il mare s’incurva per formar un arco tutto tondo, arrivò sferragliando e sforbiciando fannulloni e bamboccioni, il golia riformatore. D’altro arco, ove sempre s’incurva per l’antico mare che dentro vi entra, venia l’esperto di palazzi, scagliando divine quadrelle verso l’Adriano. Dalle redente terre del Gorgoalemanno, con un libretto in mano, urlando e fiammeggiando venia pure l’esperto nel travaglio, Al centro, donde parti lo linguaggio loro, si piazzò a far palazzi un Gorgolducci che all’occhiello aveva un anemone fiorito Al sud, si fermò un Gorgocosentin fuggiasco che entrambe teneva le chiavi del cuor dell’illuminato. Poscia più infondo in basso in basso si piazzò nel buio più fitto una luce fitta fitta che tutto illuminava e essiccava. E là dove poca è la luce e tutto si nasconde, pose Il Gorgodellutrin garbato e con lui, colui che tutto previde, vate supremo, di truffe esperto con un fior di farfarugini in petto che ancor fiorisce. Con in mano le viole del pensiero s’ergeva il colto protettor dell’arte che si avanzava tra folte schiere di amministrati che a lui gridavan:” aita aita signor della luce, ferma, la scure che ancor ci offende”
E fu così che inizio sotto il segno della luce il tempo delle riforme Per primo portarono dalle valli il ramato calderone che presto fu ripieno di leggi antiche da bruciare. Quindi si avviarono le riforme tutte a immagine e somiglianza del disceso che era asceso. Tra tutti primeggiava un orso senza denti che ormai tutto aveva moscio. Questi, goloso di patate, strappava bandiere, inventava inni e monete, minacciava rivolte, e insultava, e offendeva a più non posso chi mortificato e schiaffeggiato nel Gorgonsud s’era nascosto,
Dal suo grazioso palazzo, che per amor faceva vibrare er core, si dipartiva una potente luce che tutto inondava. Era la Concupiscenza, madre di tutte le gorgonzoliane conoscenze, padrona del desiderio, signora del piacere e dell’amore e con essa un giovane luminoso camminava e si agitava con una bilancia in mano, mal equilibrata. Era il signor della giustizia con pupille di fuoco e prominenti sopracciglia guardava, inquadrava e richiamava i suoi austeri amministrati che tutti tenevan religiosamente tra le mani una bilancia, forgiata con pregiati metalli che mani esperte avevano ben equilibrata. Essi protestavano e recalcitravano, invocando Salomone, ma invano.
Gli angelici illuminati abbeveratesi alla fonte di Lui, uno e trino diffondevano il verbo dell’obbedienza e del fare senza altro pensare. Lui,amore assoluto, che tutto vedeva e sapeva pensava e decideva per la libertà di tutti. Quando l’opera sua fu compiuta, nulla era più come prima.
E fu sera e fu mattino, luce e libertà imperavano ormai nel mondo nuovo, non più regole, non più strumenti spianti, non più lacci e laccioli, solo Gorgonzoliani, liberi di fare quanto potevano e chi più poteva faceva. Chi non poteva non disperava perché meno si poteva e meno si faceva e più si sorrideva… Continua