Da quanto detto nei precedenti articoli si evince, che la globalizzazione ha favorito una concorrenza sleale delle nazioni economicamente più deboli a danno delle altre che con grandi sacrifici si erano conquistato un tenore di vita più vantaggioso, oggi minacciato. L’Europa aprendo le porte alle nazioni specie dell’Est non tenne conto delle forti differenze economiche e non si premunì dei necessari accorgimenti per un graduale adeguamento economico dell’Unione. Motivo? A mio avviso, scarsa preparazione e grande incapacità politica dei suoi amministratori. Da quanto detto e dalle pressioni della finanza interessata nasce la crisi, aggravata dalla stupida furbizia di qualche stato, che dalla cosa cercò di trarre vantaggi, certamente solo provvisori. Lo stesso egoismo che in 150 anni portò il Nord d’Italia a fare man bassa dell’economia del Sud, salvo a pagarne oggi le conseguenze. E’ allora necessaria, una politica che metta fine agli egoismi e curi il raggiungimento, senza traumi, degli equilibri economici, se questo non fosse possibile, allora ogni nazione ne dovrebbe trarre le conclusioni. Ciò premesso, la prima cosa da fare è mettere sotto controllo la delocalizzazione, che sta sfasciando le nazioni assicurando una crescita fittizia e pericolosamente divaricante alle nazioni deboli. Voglio allora dare un input su ciò che si potrebbe fare. Si calcoli il valore medio di un operaio compreso il contributo delle pensioni a livello europeo e si predisponga una legge che obblighi le aziende ovunque operino nella comunità a garantire all’operaio uno stipendio minimo virtuale, pari a quello medio individuato, l’eventuale differenza tra stipendio medio virtuale e quello reale vigente nel paese interessato, sia devoluta all’Unione per la creazione di un fondo speciale per sostegno al sistema industriale europeo. Per chiarezza, obbligare l’azienda, indipendentemente dalla nazione in cui opera, a pagare per la mano d’opera almeno il valore medio determinato. Per le nazioni non facenti parte della comunità, si introduca un dazio per contenere la concorrenza sleale. In questo modo non sarà più possibile per le aziende che intendono traslocare trarre vantaggi dalle forti differenze di costi della mano d’opera. Sarà allora possibile fronteggiare con più efficacia il fenomeno della delocalizzazione.